martedì 7 agosto 2012

Intervista a Marco Bongi, vice presidente Unione Ciechi d'Europa

Marco Bongi, non vedente a causa della retinite pigmentosa, laureato in Giurisprudenza, nel 1989 ha fondato l’Associazione Piemontese Retinopatici ed Ipovedenti di cui è presidente, ha lavorato nel campo dell’informatica e ha insegnato diritto ed economia in un istituto superiore di Torino.
È un socio fondatore dell’Unione Ciechi d’Europa, nonché vice presidente. Autore di diversi libri tra cui “Sulla punta delle dita” e “Non ti posso vedere”.

Quali sono gli obiettivi primari dell’Unione Ciechi d’Europa?

Il primo obiettivo è l’affermazione del principio del pluralismo associativo, cioè che come tutti i cittadini anche i disabili visivi abbiano la possibilità di riunirsi in una libera associazione, e che le varie associazioni ottengano una parità di diritti. Speriamo che in questo momento in cui si sta modificando lo Stato sociale ci sia maggiore attenzione nei confronti della nostra categoria, anche attraverso azioni concrete, più che concentrarsi su grandi cambiamenti, puntando sulla qualità dei servizi.

Lei è anche responsabile Uce per il Piemonte, ci può descrivere la situazione nella sua Regione?

In Piemonte, dopo anni di lotta, si è finalmente affermato il principio del pluralismo, anche attraverso l’azione dell’Associazione Piemontese Retinopatici ed Ipovedenti, che da vent’anni rappresenta la categoria. Mi auguro che con la nascita dell’Unione Ciechi d’Europa, questo pluralismo che siamo riusciti ad affermare a livello locale si possa estendere anche a livello nazionale.

Per quanto riguarda la formazione?

Anche in questo settore è importante che si affermi il principio pluralismo, occorre maggior equilibrio tra le associazioni che si occupano di formazione dei disabili, crediamo che le concessioni previste dalla legge 379 del 93 (Concessione di un contributo annuo dello Stato all’Unione italiana ciechi, con vincolo di destinazione all’Istituto per la ricerca, la formazione e la riabilitazione ed all’Istituto europeo ricerca, formazione, orientamento professionale) vadano estese anche ad altre realtà, come ad esempio lo Ierfop (Istituto Europeo Ricerca e Formazione Professionale Onlus) e altre istituzioni che si occupano di formazione nel campo della disabilità sul piano nazionale.

“L’obiettivo primario è l’affermazione del principio del pluralismo.”


Fonte:
http://www.unioneciechieuropa.it/interviste-uce/260/marco-bongi-vice-presidente-unione-ciechi-d-europa.html

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