mercoledì 15 agosto 2012

Il Tango per non vedenti

Dei professionisti della danza argentina è un anno che si impegnano per lanciare la loro sfida: portare le persone cieche nelle “milongas” (sale da ballo) a ballare il tango.
Un progetto che dopo un complesso percorso di incontri, confronti, sperimentazioni, è stato presentato ufficialmente sabato alle 17 nella sede dell'Istituto Cavazza di via Castiglione. Tutto, dunque, è pronto per trasformare il sogno delle tanghère bolognesi Bruna Zarini e Gaby Mann nella realtà del primo corso nazionale di tango argentino per ciechi e ipovedenti, grazie alla collaborazione dell'Unione Italiana Ciechi di Bologna.
È stato il destino a convincere Bruna, insegnate di tango da dieci anni e Gaby, creatrice di abiti per il teatro danza e appassionata del ballo argentino, che era giunta l'ora di dare una svolta al loro modo di vivere il tango. La scorsa estate Bruna riceve per la prima volta alcune richieste di partecipazione ai suoi corsi da parte di persone cieche e, contemporaneamente, Gaby in Canada si ritrova per caso a ballare con un bravissimo tanghéro non vedente.
Le perplessità di Bruna trovano così inaspettatamente risposta nell'esperienza vissuta all'estero da Gaby.
E il desiderio di far entrare i ciechi nel mondo espressivo del tango, di crescere insieme, diventa la loro missione.
“Abbiamo sentito l'esigenza di andare oltre spiegano le due ideatrici del corso di avvicinarci all'essenza del tango; avevamo voglia di cercare sempre di più l'interiorità di questa arte e abbandonare un po' la sua esteriorità, oggi sempre più forte”.

Un percorso per dare risposte a se stesse e agli altri: “Il tango è per eccellenza la forma di comunicazione non verbale più bella, più intensa raccontano è nella magia del suo abbraccio stretto, intimo, naturale che crediamo i ciechi possano lasciarsi andare”.
Subito ha creduto nel progetto il musicista bolognese Massimo Tagliata, che ha spalancato loro una finestra sul mondo della cecità: “Lui non vede con gli occhi spiega Bruna ma con tutti gli altri sensi e ci ha aiutato a studiare il giusto approccio con i nostri futuri allievi ciechi”. E sarà lo stesso Tagliata a dare un contributo al corso con le sue lezioni di musicalità.
È stato lungo il viaggio che le ha portate a definire il metodo di insegnamento più adatto.
Si sono cimentate nelle cene sensoriali al buio, hanno bendato volontari durante le lezioni per capire come spiegare i gesti con le parole e il tatto, fino ad arrivare a costruire un sodalizio artistico con un gruppo di sei ballerini esperti (tra questi anche Gaby) che affiancheranno la maestra Bruna in sala.
Il primo iscritto c'è già. È il presidente dell'Unione Ciechi di Bologna, Egidio Sosio, che ha messo a disposizione per il corso (10 lezioni da un'ora e mezza) una sala dell'Istituto Cavazza: “È una sfida importante. osserva. Per i ciechi è difficile uscire da un mondo fatto di tante piccole sicurezze quotidiane; ogni novità comporta una forte messa in discussione di sé , spiega. Il tango potrebbe essere una bella occasione di apprendimento e un'ottima esperienza di socializzazione”.

(Micaela Romagnoli Pioniere, Corriere di Bologna,18/02/2009)


Fonte:
http://www.municipio.re.it/CDI/sitocdi.nsf/DocumentID/CC254CAA7E8F30A4C125756600423F04/?Opendocument

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