martedì 24 luglio 2012

Seminario musicoterapia e decifit visivo, il modello Benenzon con pazienti ciechi

L'intervento musicoterapico con bambini aventi una minorazione visiva è iniziato in Italia circa vent'anni fa. L’applicazione della musicoterapia a favore di persone cieche o ipovedenti, come per qualsiasi altra condizione applicativa, deve essere valutata caso per caso: è possibile tuttavia individuare una serie di accorgimenti e difficoltà sulle quali il musicoterapista si troverà a riflettere qualora si trovasse a lavorare con questa tipologia di pazienti.

La musicoterapia è attualmente parte integrante di molte attività svolte da centri di riabilitazione riconosciuti dal Sistema Sanitario Nazionale.
Si esplica dunque nell’ambito delle attività riabilitative più globalmente progettate, perseguendo in parte anche scopi comuni con altri tipi di riabilitatori presenti nelle équipe.
È quindi richiesta al musicoterapista la capacità di inquadrare la situazione della persona secondo un vertice più clinico, più tecnico e specialistico. Ciò necessita sempre più di una lettura interdisciplinare della situazione della persona e dell’evoluzione del trattamento, così come fondamentale è l’esigenza di un linguaggio comune, nel rispetto delle reciproche differenze, per condividere il necessario lavoro di squadra.

La particolarità della condizione soggettiva personale di chi non vede o vede male, il condizionamento che questa situazione crea nello sviluppo dei bambini, ha fatto scaturire una serie di approfondimenti metodologici, tecnici e anche di approccio personale, che verranno affrontati in maniera esperienziale dai partecipanti al seminario.
Il veicolo della musica, e più in generale del suono, rappresenta per le persone minorate della vista un canale assieme potente e delicato, potenzialmente facilitante o disturbante, e comunque una risorsa operativa e profonda a nostra disposizione.
È dunque estremamente importante conoscere quali sono le conseguenze direttamente derivanti dalla minorazione visiva e quali possono essere gli atteggiamenti, gli stili operativi e i metodi per rendere la propria attività massimamente adeguata.
Tutto questo per aiutare la persona a raggiungere il più alto grado di autonomia possibile, nonché evitando di imbattersi negli stereotipi più comuni riguardanti l’autonomia delle persone cieche.

Le esperienze che verranno proposte e le riflessioni teoriche e metodologiche che seguiranno, si prefiggono di raggiungere i seguenti obiettivi:

- sperimentare le funzioni percettive di tipo non visivo (udito, tatto, olfatto, percezione termica e cinestesica);
- analizzare i contenuti emotivi derivanti da un’esperienza esplorativa in extra-visual training;
- analisi dei fenomeni acustici più rilevanti (rifrazione sonora, riverbero, ombra acustica);
- esaminare un processo musicoterapico condotto a favore di un paziente con deficit visivo;
- integrare le modalità operative allo scopo di raggiungere gli obiettivi previsti da un trattamenti di musicoterapia attiva condotto all’interno del Modello Benenzon.


Valter Dadone:

Valter Dadone è professore di musica, musicoterapista e didatta, formatosi con il modello di musicoterapia attiva Benenzon e con esperienze nelle applicazioni cliniche della musicoterapia.
Ha affinato le proprie competenze riguardanti l’applicazione della musicoterapia alle persone con deficit visivo, contribuendo con lo sviluppo di una metodica che valorizzi le capacità percettive dei bambini non vedenti ed ipovedenti, per ciò che riguarda la comunicazione interpersonale, il rapporto con gli oggetti e con lo spazio, attraverso l’utilizzo dei sensi vicarianti del tatto e dell’udito.

Fonte:
http://www.genitoriuicroma.objectis.net/personale/eventi/eventi-2010/eventi-settembre-2010/seminario-201cmusicoterapia-e-deficit-visivo-il-modello-benenzon-con-pazienti-ciechi201d/

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