venerdì 6 luglio 2012

IPSIA Paolo Colosimo per ciechi ed ipovedenti

Nel 1892 nasce come ricovero per non vedenti la ‘‘Società Nazionale Regina Margherita pro ciechi’’con sede madre a Firenze. Con lo scoppio della 1° guerra mondiale, si avvertì l’esigenza di un ampliamento dell’Istituto e di un cambiamento del suo ordinamento, trasformando il ricovero in istituto di rieducazione.
Il nome Paolo Colosimo , gli fu dato da Tommasina Grandinetti e Gaspare Colosimo, in memoria del figlio scomparso il 24 maggio 1913.
Lenire le sofferenze degli umili e sorreggerli nel difficile cammino dell’esistenza, soprattutto per il nato cieco, pareva essere l’unica tregua al dolore di donna Tommasina Grandinetti che accettò di presiedere l’Istituto. Quella casa divenne una famiglia, un’anima, una scuola dirieducazione sorta in un angolo tranquillo della vecchia città partenopea, dov’era un giorno il Convento San Domenico Maggiore .      

L’istituto ospitò combattenti ciechi tra i ciechi nati in un vincolo di amore e fratellanza .
Durante gli anni di guerra furono studiate varie applicazioni lavorative nelle quali il cieco potesse esplicare la sua azione. Mediante l’invenzione di telai semimeccanici , i ciechi imparavano tutte le operazioni di tessitura , montaggio e smontaggio del telaio e dei suoi elementi.

La cosa più sorprendente fu la creazione dei disegni.
Sfruttando il metodo Froebel per gli ausili infantili, si utilizzavano disegni fatti di striscioline colorate passanti attraverso un foglio di carta colorata ridotto in strisce longitudinali.
Con lo stesso sistema i ciechi potevano imitare i tessuti più fini e pregiati.
Senza rendite fisse , senza sussidi certi, si ottenevano offerte con slancio filantropico per quei ciechi mutilati e minorati che eseguivano lavori in genere .
Oltre la tessitura, lavoravano il ferro, ed il vimini con meravigliosa perfezione : mutilati di braccia e di mani lavoravano al tornio, da calzolai e falegnami. Con il sistema Braille i ciechi leggevano e scrivevano ed eseguivano disegni: infine riuscivano a costruire in sede le macchinette Braille e Ballu, precedentemente importate dalla Germania.
Nel 1921 la Fiera Campionaria di Napoli ebbe la sua principale attrazione nell’Istituto Paolo Colosimo, il popolo napoletano comprese l’alto significato morale ed educativo dell’Istituto e diede il suo contributo. L’antico Istituto era divenuto campo di officine , di lavoro manuale , di massima perfezione , fino a raggiungere il privilegio di brevettare nuovi sistemi di produzione.
Nel 1922, l’Istituto partecipa all’esposizione dell’artigianato di Roma e conquista la medaglia d’oro, nel 1923/ 24/25/26 il gran premio del lavoro; nel 1929 la medaglia d’oro a Tripoli; nel 1930 la medaglia d’oro a Chicago: nel 1932 e 23 le medaglie d’oro per la tessitura , tornitura e legatoria e così ogni anno.
 Fu un fervore intenso di preparazione accurata, di organizzazione sapiente e di lavoro costante .
Nel 1941 la scuola annessa al patronato pro ciechi Paolo Colosimo, gia Regia scuola industriale fin dal 1924, fu riordinata in Regio Istituto di istruzione professionale pro ciechi .
Allo scopo la scuola annessa al patronato pro ciechi , comprendeva : 

1. Corsi normali di istruzione elementare , con posti di ruolo statali di 1°categoria .
2. Un corso triennale di avviamento al lavoro di tipo industriale –artigiano, con le seguenti      specializzazioni:

· meccanica
· falegnameria sezione vimini
· falegnameria sezione saggina
· falegnameria sezione canna d’india
· falegnameria sezione erbe palustri, cocco ed affini
· tessitura
· rilegatura dei libri 

3. Un corso biennale di istruzione tecnica con le specializzazioni anzidette.
4. Un corso annuale di perfezionamento di istruzione tecnica.
5. Un corso annuale di tirocinio di istruzione tecnica per istitutori professionali dei ciechi .
6. Corsi di maestranze con le suddette specializzazioni ,sia con , che senza , scuola di istruzione elementare.
7. Corsi speciali per ciechi sordomuti.

Tutti questi corsi erano svolti da insegnanti ed istruttori quasi tutti ciechi e con il sussidio di una vasta e completa attrezzatura scolastica e di laboratorio, ebbero risultati documentalmente lusinghieri, i quali attestarono ancora una volta le ottime capacità didattiche e di educabilità dei ciechi.
Nel 1929 dai locali di S. Domenico, l’Istituto si trasferì nell’attuale struttura in via S. Teresa degli scalzi n. 36.
L’attuale sede subì varie modifiche per migliorare l’accoglienza e le condizioni degli utenti di questa struttura convittuale destinata esclusivamente ai non vedenti maschi.
La sezione centralino venne istituita nel 1985 , nel 1975 venne inserita la sezione di accoglienza femminile solo diurna.

Oggi, l’Istituto Professionale Statale Industria ed Artigianato Paolo Colosimo, annesso al convitto tenuto dalla Regione Campania ospita giovani di entrambi i sessi provenienti da tutto il mezzogiorno d’Italia; quei giovani che pur privati di quel bene prezioso che è la vista, possono inserirsi nel mondo del lavoro con la dovuta competenza professionale competenza professionale, non solo per la presenza di adeguate leggi, e per la presenza di insegnanti specializzati, ma indubbiamente per il livello di qualificazione che gli allievi raggiungono.


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