giovedì 12 luglio 2012

Design, il bello non si vede, si tocca

Toccare come vedere: è questo il punto su cui basa il suo lavoro Luca Bolognese, architetto dello studio G@ut, recentemente a Rimini per il salone internazionale dell'accoglienza.
Un'allestimento, quello presentato, davvero particolare: la mostra si chiama infatti "I sensi residui" e porta avanti un progetto assolutamente innovativo, il cui obiettivo è rendere realmente percepibile il design alle persone non vedenti. 
Vengo dal mondo del design - spiega a Superabile l'architetto-non sono un tecnico degli ausili per la disabilità anzi, proprio non conoscevo questo mondo. Poi, l'anno scorso ho avuto un'intuizione e ho presentato all?unione ciechi un progetto per far incontrare design e cecità.
Un binomio apparentemente impossibile, dal momento che di solito gli oggetti di design si apprezzano soprattutto guardandoli. Con mia sorpresa la Uic ha appoggiato il progetto e mi sono messo al lavoro. Da qui è nata la mostra I sensi residui, che fa riferimento a tatto, olfatto, gusto e udito, cioè i sensi su cui possono contare le persone non vedenti. In 45 metri quadrati la mostra propone cinque contenitori rappresentanti, appunto, i cinque sensi. In quello della vista viene presentato un filmato (siamo ancora in una fase virtuale) su una camera d?albergo per persone non vedenti, arredata con oggetti che seguono i dettami dell?ergonomia, del più moderno design e anche del buon senso.
Tessuti tattili alle pareti, arredi dai colori contrastanti per ipovedenti, docce a raso terra, lavandini in silicone, divanetti dove è possibile appoggiare il bastone, il tutto in una cornice di materiali, essenze, suoni... per dimostrare un concetto: assaporare il bello anche con altri sensi si può. 
Ho voluto avvicinare il design alla disabilità visiva - continua Luca Bolognese - e l´ho voluto fare in un settore, quello del contract alberghiero, che amplifica la sensazione di disagio che vive nella quotidianità una persona non vedente. Non mi sembrava giusto né eticamente corretto escludere una persona disabile da ciò che è considerato bello, o perlomeno non pensare di creare un prodotto esteticamente valido in quanto il non vedente non è in grado di percepirlo.
Ma attenzione, non progetto un hotel unicamente per chi non ha il dono della vista, ma un ambiente gradevole per tutti. Per questo la mia proposta, ancora in fase di pura progettazione, si rivolge sopratutto alle grandi catene alberghiere. Per chi costruisce hotel non dovrebbe essere un gran problema spendere poco in più al metro quadro per creare qualcosa di cui tutti possano godere.
Mi piace pensare che uno Steve Wonder o un nostrano Andrea Bocelli, che con la loro sensibilità artistica deliziano i sensi di chi non è disabile, siano in qualche modo ricambiati con egual sensibilità. La camera d'albergo è ancora virtuale, ma alcuni oggetti sono reali: si trovano negli spazi dedicati agli altri sensi e sono già stati sperimentati da alcune persone non vedenti venute a visitare la mostra. Lavandini in gomma, proposte per una nuova ristorazione come vassoi o tazzine, ce n'è per tutti i gusti.
Basterebbe poco-conclude Luca-per progettare a 360 gradi, o per concepire oggetti di design che siano fruibili da tutti. Non è solo una questione di tecnica, ma più che altro di cultura.

Articolo di Ilaria Giorgulli (12 Dicembre 2005)

Fonte:
http://www.superabile.it/web/it/archivio_news/barriere/2005/info3032.html

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