Interessante articolo su una profonda esperienza.
Svoltasi Mercoledì 8 febbraio 2012:
entra in sala, raggiungi il tuo tavolo, siediti e inizia a cenare. Più tardi versati un bicchiere d'acqua. Ciò che stai mangiando è buonissimo e proporrai la ricetta anche a tua madre. Scambia due chiacchiere con i tuoi commensali; a metà cena hai bisogno di andare alla toillette, così ti alzi e ti dirigi verso il bagno. Torni poco dopo al tuo posto e ti cade a terra la forchetta; appena il cameriere ti passa affianco lo fermi e gli chiedi se gentilmente te ne porta un'altra. A questo punto non devi fare altro che terminare la tua deliziosa cena.
Al buio,
e tutto si trasforma! Non entri in sala, raggiungi il tuo tavolo, ti siedi e inizi a cenare. No!
Non vedi nulla perché la sala è completamente oscurata. E' il buio più pesto che si possa immaginare. Si entra due o tre per volta, in fila indiana, tenendo le mani sulle spalle di chi ti sta davanti per non perdersi. Il cameriere offre ottimi consigli su gradini e ostacoli da superare, ti accompagna al tavolo e, prendendo la tua mano ti fa toccare la sedia. Quello è il tuo posto! E ti sei già perso.
Non riesci a capire quanto hai camminato, né quante persone ci siano con te al tavolo.
Ti guardi intorno, ma in realtà muovi solo la testa di qua e di là perchè non riesci a vedere assolutamente nulla. Ti dicono che nel piatto davanti a te c'è già una pietanza e non hai la minima idea di che cosa sia. Aspetti. La sala si riempie e cominci a mangiare. In realtà tasti la tua pietanza.
Alcuni con le mani, mentre i più temerari se la cacciano in bocca...alla cieca!
Le prime due forchettate sono vuote e assapori il ferro freddo della tua forchetta.
Ci riprovi e alla fine sì, inizi finalmente a mangiare. Carne all'albese e torta salata!
Tutto questo con un delirio in sottofondo dal quale spiccano risate frastornanti e non solo.
Non solo perché in realtà dialogare al buio non è così scontato. Tu non sai se davvero il tuo interlocutore ti sta dando attenzione, semplicemente perché non lo puoi vedere.
La conseguenza è che dopo cinque minuti di orologio tutti stanno urlando per parlare col vicino, le grida si sovrastano e tutti alla fine, non se ne rendono conto ma stanno urlando come pazzi.
Ti versi un bicchiere di birra? No, ti butti nel piatto un bicchiere di birra che è cosa ben diversa e il secondo, cioè stinco di maiale che qualcuno scambia per pollo al forno e sarebbe pronto a scommetterci, diventa stinco di maiale puciato in ottima birra artigianale.
Nel frattempo continui a urlare!
Vuoi andare in bagno?
Certo, prima però devi riuscire a intuire dov'è il cameriere che ti può accompagnare in bagno.
Alla fine urlerai che vuoi andare in bagno e un cameriere molto gentile ti verrà a prendere al tavolo, ti accompagnerà al bagno, ti aspetterà e ti riporterà al tavolo.
Non hai alcun punto di riferimento, se non la voce e il contatto fisico dei tuoi commensali.
Potresti presentarti e stringere la mano di qualcuno che non conoscevi prima.
Nessuno ti può vedere quindi si allentano anche i tuoi freni inibitori.
Esci dalla tua zona di comfort. Tutto cambia e capisci quanto la tua vita dipenda da quegli occhietti favolosi che hai. Capisci soprattutto che non puoi permetterti di lamentarti per una giornata storta o perché oggi nevica. Qualcuno non avrà mai la fortuna di vedere un prato innevato!
Futurana ringrazia l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della sezione di Cuneo che ha organizzato quest'esperienza e il Birrificio Trunasse in Centallo che ha ospitato la serata.
Un grazie altrettanto speciale va a chi ha deciso di partecipare insieme a noi!
Danilo Sorgiovanni
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