giovedì 14 giugno 2012

Il turismo per ciechi ed ipovedenti

Bene, oggi è uno di quei giorni che inizia nel modo giusto e in cui il sorriso m’arriva già dal mattino.
Anche se però, neanche a dirlo, una “critica” c’è; ma la “vediamo” più avanti.
E la causa è questa qua: La Regione Piemonte lancia il corso on line di accoglienza del turista non vedente e ipovedente realizzato dall'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti della Regione.
E’ rivolto ad albergatori, ristoratori, guide, agenzie di viaggio, taxisti, conducenti di mezzi pubblici o privati e, in generale, a tutti coloro i quali fanno parte della grande industria del turismo locale.
“In Europa ci sono più di 2 milioni di non vedenti e 10 milioni di ipovedenti – hanno commentato in una nota stampa congiunta Giovanna Quaglia, assessore alle Pari Opportunità e Alberto Cirio, assessore al Turismo della Regione - persone che non solo hanno come tutti il diritto di viaggiare, ma che se messe nelle condizioni di farlo e accolte nel modo adeguato rappresentano un grande potenziale di turisti da attrarre e fidelizzare sul nostro territorio".
Ok, parole “Sante”, ma non ci vorrebbero anche le strutture?
Vabbeh, è sempre un inizio e quindi meglio di niente!
Però cosa ne dite di far fare questi corsi (a volte è sufficiente anche un solo cortometraggio) anche ai vari consiglieri regionali, provinciali, comunali o municipali, e magari durante una di quelle “stancanti sedute” che quando “uno” di loro parla, gli altri sono quasi tutti fuori a fumare; a raccontarsi l’azione della propria squadra di calcio; a disquisire sulla minigonna di quella o quell’altra … e via cantando?
Chissà mai che non possano servire anche per quelli che dovrebbero trovare le soluzioni infrastrutturali nei vari ambiti?
Infatti non mi risulta che al Manifesto per la promozione del turismo accessibile, in attuazione
dell’art. 30 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità ratificata con Legge n° 18 del 24/02/09, sia seguito un qualcosa.
Sempre che non mi sia “scappato” per carità, ma non credo.
In particolare mi riferisco al numero 8 del testo dove è scritto:
E’ necessario incentivare la formazione delle competenze e delle professionalità, basata sui principi dello Universal Design e che coinvolga tutta la filiera delle figure professionali turistiche e tecniche: manager, impiegati, aziende, imprese pubbliche e private.
Occorre inoltre aggiornare i programmi di studio degli Istituti per il Turismo, Tecnici, Universitari, dei Master e dei Centri Accademici a tutti i livelli.
Inutile dire che sono circa vent’anni che vado dicendo che questo studio debba essere proposto nelle scuole alberghiere come materia didattica; tanto per cominciare.
Poi da cosa nasce solitamente un’altra cosa che di sicuro male non fa, sempre che a taluni freghi veramente qualcosa, e non sia una sola propaganda politica per raggranellare un qualche voto qui e un po’ anche là.
E possibile che non capiscano che questa cosa va fatta?
E cosa ci vuole?
… solo la voglia di farla.
Luciano Ardoino
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